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C'è un vento che porta
e uno che porta via.
Quello che soffia qui stasera è uno di quelli che porta via, pulisce, toglie, priva.
Prima mi ha portato le persone, incontri inaspettati, improvvisi.
La mia storia mi ha insegnato che non posso dire "casuali". La mia storia mi ha insegnato che esistono destini,
storie che si intrecciano e fanno "sbam" per un disegno buffo che si diverte.
Prima mi ha portato le persone, e non me la sento di contraddirlo e di avercela con lui,
anche se non sono partito, non ho viaggiato, non ho fatto girare il turismo.
Non me la sento, perché ho avuto di più, le montagne, i
torrenti, i laghi, il sole e temperature sopra i 2000.
Perché ho avuto cuori e mani e braccia da intrecciare.
Ho avuto gambe che camminano, fiato corto, chilometri da percorrere con scarponcini
su sassi schiacciati da un millennio da pastori, viandanti, partigiani, pellegrini e contrabbandieri.
Ho avuto sussulti, discorsi maturi, pace, sorrisi, calici alzati di vino rosso
e piatti di cene di montagna e di ritorni a casa a notte fonda.
Ho avuto persone che mi hanno ancora una volta distrutto gli schemi,
le convinzioni, i miei pregiudizi che odio. Per l'ennesima volta.
E quando succede, succede che questi incontri sono quelli che più mi scavano dentro.
Lasciando sorrisi di dolcezza e speranze.
Ho avuto tanto dal vento che ha portato.
Ora porta via... porta via queste presenze che hanno riempito queste mura e non solo.
Porta via atmosfere calde di luci di candele su un balcone e tisane in tazzefoglia.
Sogno solo che non porti via il ricordo.
La gratitudine.
E che il senso di semivuoto che lascia sia un valore positivo,
a significare che di posto, qui dentro, ce n'è.
La stella alpina perché ho bisogno adesso di aggrapparmi
come lei su roccia dura, sicura.
Di aspettare il vento, acqua e neve che mi portino sostanza,
magari una persona che si fermi anche lei sulla stessa roccia.
La mia estate di vacanze finisce.
Fede dice che a settembre è il vero inizio di un nuovo anno.
Hai ragione.
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